Al Teatro
Comunale hanno regalato a noi abbonati la rappresentazione del balletto "Giselle, ou les Willis", rielaborazione del coreografo Giorgio Mancini del balletto “Giselle” di
Adolphe-Charles Adam. Una rielaborazione che prevede all’inizio una sala prova,
dove avviene un casto incontro di tipo omosessuale fra due ballerini, e poi, via via che il
balletto Giselle prende forma, Giselle impazzisce, e poi muore, perché un tizio le ha fatto vedere
sull’iPad la foto dei due ballerini appassionatamente abbracciati, foto che appare in grande sul velario di boccascena, affinché anche noi spettatori possiamo goderne. Nel secondo
atto le Willi sono indifferentemente uomini e donne avvolti in veli dalla testa
ai piedi. Il principe danza con l’ombra di Giselle in modo svogliato e
indifferente, forse perché non si sente gran che attratto dalla fanciulla. Questo è ciò che
ho creduto di capire. Povero Teatro. Una prece (a parte il doveroso
apprezzamento per Letizia Giuliani, Giselle, e la gradita sorpresa di un buon giovane direttore, Giuseppe
La Malfa).
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