Nel 1967, a pochi mesi dall'alluvione del novembre 1966, Piero Bargellini Sindaco di Firenze pretese che la statua di Dante Alighieri, opera dello scultore Enrico Pazzi, che si trovava al centro della Piazza Santa Croce fino dal 1865, fosse spostata in modo da consentire in quella piazza il ripristino del gioco del
calcio in costume, come ai tempi dell’assedio del
1530, liberando la Piazza della Signoria dal periodico svolgimento di tale
gioco. Ciò costituì un’antistorica doppia forzatura: il calcio in costume era
stato reinventato nei primi decenni del secolo XX proprio in funzione della
scenografia costituita dal Palazzo Vecchio e dalla Loggia dei Lanzi, mentre il
monumento di Dante, secondo le consuetudini del XIX secolo, era concepito proprio per stare al centro di una
piazza. Inoltre non aveva alcun senso la presunta analogia, portata come pretestuosa giustificazione, fra la sistemazione di Dante sulla
scalinata della Basilica e quella di David sull’arengario di
Palazzo Vecchio, perché se la postazione di David poteva corrispondere ad un simbolismo di carattere politico, nessun simbolismo si poteva riferire a un Dante che volta
le spalle alla facciata della chiesa. Inutilmente tentai di far valere tali
ragioni al Sindaco, affermando che piuttosto di collocare il monumento a ridosso della facciata sarebbe stato preferibile eliminarlo del tutto dalla piazza. Bargellini
non accettò obiezioni di sorta. Come funzionario dell'Amministrazione Comunale non potevo rifiutare l’opera del
mio ufficio allo svolgimento di tale operazione, che era fermamente voluta dal Sindaco con il tacito consenso delle complici Soprintendenze, ma feci di tutto per non
dovermene occupare direttamente, delegando ad altro architetto dell’ufficio la
direzione dei lavori, che peraltro furono svolti con grande perizia. E’ evidente che il mio parere, oggi come allora, consiste
nel preferire la sistemazione della statua al centro della piazza, il che impedirebbe l'uso improprio e lo scempio costante di quel luogo, così come ritengo che si debba riportare al centro di Piazza "Vittorio" il monumento a Vittorio Emanuele II, restituendo alla piazza il senso che aveva quando fu costruita al posto del vecchio mercato e del ghetto (a meno, per assurdo, di non voler ricostruire mercato e ghetto).
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