domenica 21 dicembre 2014

A proposito di Opera (di Firenze)


Ma com'è gestita, dal punto di vista del gusto e del decoro, l'Opera di Firenze? Quel ridicolo alberello di Natale nel foyer, collegato alla presa elettrica con un filo per terra fermato col nastro adesivo, coronato in basso da una serie di scatole vuote, nemmeno fossimo in un minimarket gestito da cinesi. A nessuno è balenata l'idea di allestire un albero di dimensioni accettabili all'esterno, anche per sopperire allo squallore dell'area dell'accesso, inutilmente rallegrata (si fa per dire) da quegli stupidi cavalli rossi che non si capisce se un bel giorno verranno messi a riposo. E perché lasciare al buio quella lunga pensilina che ci accompagna dal Viale Belfiore? La quale peraltro non arriva all'ingresso del teatro (scusate, dell'Opera), costringendoci per gli ultimi cinquanta metri che ci separano dal foyer a riaprire l'ombrello. Alla bruttezza di quest'Opera, dove dalla galleria non si vede la platea e viceversa, con tanti saluti al coinvolgimento socializzante che contraddistingue da sempre i luoghi di spettacolo, si aggiunge la trascuratezza dovuta alla mancanza di un responsabile all' "estetica", e ciò in una città che ha sempre fatto attenzione alla qualità, ai dettagli, alla perfezione.

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