giovedì 22 maggio 2014

La favola della Tavola Doria

Stamani alla Biblioteca degli Uffizi si è parlato della "Tavola Doria tra storia e mito", il dipinto di anonimo del XVI sec., copia della lotta per lo stendardo facente parte della “Battaglia di Anghiari”, l’opera incompiuta e perduta che Leonardo intraprese per la Sala del Maggior Consiglio del Palazzo dei Signori. La tavoletta, notificata e vincolata nel 1930, sparì presto dalla circolazione, sfuggita all’attenzione dei nostri bravi funzionari nonostante il vincolo, ed è stata rinvenuta fortunosamente in un caveau svizzero pochi anni fa, per merito di carabinieri e magistrati, e non certo di coloro che se l’erano lasciata sfuggire. Si scopre che legittimo proprietario risulta essere un museo di Tokio che l’aveva pagata fior di milioni di dollari. La favola finisce col rientro della tavola a far parte del patrimonio italiano, in dotazione al Museo degli Uffizi, che tuttavia si è impegnato a concederla in esposizione per quattro anni al museo giapponese che pare averla acquistata in buona fede. La mattinata è trascorsa fra mille chiacchiere dei responsabili del ritrovamento, delle indagini diagnostiche, degli interventi di restauro. Una fiera delle vanità. Gli Uffizi detengono un’altra copia del dipinto leonardesco, di altro anonimo autore del XVI sec., stabilmente esposta nel ballatoio della sala dei 500 in Palazzo Vecchio. Non si capisce tanto orgoglio per l'ottenimento di questa seconda copia, che fra l’altro è assai deteriorata per colpa di uno scriteriato intervento di cui non si sono ancora capite né la mano né l’epoca. Tutto serve per compiacere l’ego degli addetti ai lavori, i quali si garantiscono, in questo scambio di cortesie reciproche, viaggi e soggiorni a Tokio a spese dello Stato.


venerdì 9 maggio 2014

Firenze in musica


Ieri al Piccolo Teatro del Comunale (anche quello in abbandono), c’è stata la giornata dedicata a Carlo Maria Giulini in occasione del 100° anniversario della nascita. Purtroppo c’erano quattro gatti di fronte ad un piccolo gruppo di amici e parenti, fra i quali un figlio. Relatori un padre benedettino di San Miniato, Angelo Foletto e Daniele Spini. Tutto bene, ma sia alla cosiddetta tavola rotonda sia alla serale proiezione di due documentari sul maestro (uno della Rai, l’altro della TV svizzera italiana) mancavano, non dico musicisti, direttori, musicologi e critici di fuori Firenze, ma neppure i fiorentini Rossi, Orselli, Nicolodi, Negri, Alberti, Ermini Polacci, Ruffini, Pinzauti. Colpa loro o del Teatro?

martedì 6 maggio 2014

Ancora su Piazza della Repubblica


Ma verranno prima o poi un Sindaco e un buon Assessore alla Cultura, tali da capire che la Piazza centrale di Firenze (la Piazza Vittorio ora della Repubblica) non si può trattarla in questo modo? Ripetiamo quanto già detto in altra occasione. Le piazze ottocentesche sono state concepite per ospitarvi un monumento al centro, tanto che la Piazza Vittorio fu addirittura costruita ATTORNO al monumento a Vittorio Emanuele II (e non viceversa); quindi la piazza, anche se mutilata del suo fulcro centrale (cioè del monumento che l'arcone inquadrava), non può ospitarvi anacronistiche colonne dell'abbondanza, né tanto meno giostre o, quel che è peggio, temporanee ma continue istallazioni di beduine tendopoli.