lunedì 17 febbraio 2014

A proposito del Renzino Rignanese





Trasmetto ai miei amici Daniele Nepi e Paolo Palmerini questo testo tratto dall’opera “Gianni Schicchi”, musica di Giacomo Puccini, libretto di Giovacchino Forzano, con riferimento al Renzino Rignanese. L’opera è del 1918 e tratta di un avvenimento del 1299. Un po’ di cultura musicale-operistica non farebbe male anche a chi suona egregiamente il clavicembalo.

“Vien dal contado? Ebbene? E che vuoi dire?
Basta con queste ubbie grette e piccine!

Firenze è come un albero fiorito,
che in piazza dei Signori ha tronco e fronde,
ma le radici forze nuove apportano
dalle convalli limpide e feconde!
E Firenze germoglia ed alle stelle
salgon palagi saldi e torri snelle!
L'Arno, prima di correre alla foce,
canta baciando piazza Santa Croce,
e il suo canto è si dolce e sì sonoro
che a lui son scesi i ruscelletti in coro!
Così scendanvi dotti in arti e scienze
a far più ricca e splendida Firenze!
E di Val d'Elsa già dalle castella
ben venga Arnolfo a far la torre bella!
E venga Giotto dal Mugel selvoso,
e il Medici mercante coraggioso!
Basta con gli odi gretti e coi ripicchi!
Viva la gente nuova e Gianni Schicchi!”

sabato 8 febbraio 2014

Da un'altra città

A dire il vero questo testo che sto per inserire non ha niente a che vedere con il titolo del mio blog "Storie di una città". Il fatto è che sono lontanissimo dalla città di cui mi compiaccio di dirne le storie (si badi bene, storie, non storia). Allora in questo lontano luogo, una cittadina dello Sri Lanka che si chiama Matara, che ho in certo qual modo eletto a mia seconda, temporanea, residenza, mi capita di dovermi distrarre con la visione di qualche vecchio film sul mio prezioso Mac Book. I miei interventi sul blog non li legge nessuno, o quasi, perciò mi consento, senza dover disturbare troppa gente, di servirmene per registrare l'impressione ricevuta con la visione di "8 e 1/2" di Fellini (1962). Cosa mi succede? Non mi piacciono più i grandi maestri? L'altro ieri è toccato a Rossellini, il cui "Era notte a Roma" (1960) mi ha fatto uscir dai gangheri. Non era andata molto meglio a "Vaghe stelle dell'Orsa" (Visconti, 1965, ambientato in una improbabile Volterra goticheggiante). Ma "8 e 1/2" non è altro che una grande lunghissima masturbazione di Federico, un ritratto di se stesso affidato all’insopportabile Mastroianni. L’unico personaggio accettabile è quello del grillo parlante di Rossella Falk, con la differenza che il Pinocchio del caso, oltre che bugiardo, è anche sessista, egoista, antipatico e indifferente agli altri. Però, con tutti questi limiti e difetti, il regista, rappresentando se stesso, è riuscito ancora una volta, ma ancora per poco, a far centro. 

Stamani sono stato a Messa. ma la durata di 1 ora e 40 minuti mi è sembrata eccessiva, anche per l’enfatica (per me incomprensibile) predica di 25 minuti del sacerdote. Come al solito, meglio il popolo che i preti. Tutti composti, le donne con il velo, la comunione presa in ginocchio e sulla bocca, canti e risposte coralmente intonati, anche se su ritmi che si possono accettare solo considerando l’esotismo del contesto. Vero è, come qualcuno ha scritto, che ci sono più cattolici praticanti in Sri Lanka che in Italia.