domenica 16 settembre 2012


Ricordo di un "Non ti pago"

Oggi pomeriggio su Rai5 hanno trasmesso “Non ti pago” di Eduardo De Filippo. Questa commedia è legata al mio ricordo di quando la vidi dal loggione della Pergola con i miei genitori. La commedia è del 1940 ed io l’ho vista certamente nel 1941. Infatti si trattava della prima versione, che fu poi seguita da una seconda che è quella che hanno trasmesso, registrata alla Rai nel 1964. Nella seconda versione il personaggio di Mario Bertolini è banalizzato, avendo Eduardo tolta la parte al fratello Peppino. Mi ricordo di quando Peppino/Bertolini introduceva nel suo appartamento gli ospiti invitandoli a sedersi nelle sue “seggioline dorate”. Un vero peccato il cambiamento, dovuto alla separazione fra i due fratelli per la nota tensione familiare. Da una nota trovata su Internet riporto quanto segue:

Se a Ferdinando (Eduardo) era riservato uno spazio maggiore nel primo e nel secondo atto, Bertolini (Peppino) dominava il terzo, che era ambientato nell’appartamento di quest’ultimo, arredato con un gusto così caratteristico che Flaiano lo definì un vero e proprio «ritratto scenografico» del personaggio.

Ciò conferma in modo inequivoco il mio ricordo. La seconda versione è successiva al film del 1942, diretto da Anton Giulio Bragaglia, che appunto variava il terzo atto della commedia. La cattiveria di Eduardo nei confronti di Peppino è imperdonabile e questa variante la documenta.

Peppino, tu resti il migliore, basterebbero i tuoi ruoli di spalla a Totò. Eduardo, grande attore e commediografo, pecca tuttavia di saccenteria ideologica e di una incomprimibile antipatia di fondo, l’opposto della genuinità e simpatia del fratello minore. 

mercoledì 12 settembre 2012


Dettagli (di una città)


Mi sono permesso di approfittare dell’opportunità offerta dal nostro apprezzato Sindaco con le Enews 345, per trasmettergli alcune considerazioni critiche riguardanti il modo con cui in certi ambienti tecnici della sua Amministrazione si trattano dettagli della città, riguardanti soprattutto i lastrici, che tanto dettagli non sono.
         1 - Lo scempio di Piazza Santa Maria Novella: il suo asse centrale, che è quello che unisce i due obelischi, è stato ignorato per privilegiare il lato della facciata della basilica. A questa facciata si è allineata la pavimentazione, sottolineata anche da incomprensibili barre metalliche interposte alle pietre, la cui orditura risulta assurdamente angolata rispetto ai basamenti degli obelischi. Le panchine tanto criticate, e anch'esse disposte secondo questo allineamento, sono soltanto la ciliegina sulla torta. Il progettista della pavimentazione avrebbe dovuto paradossalmente smuovere e spostare gli obelischi in modo tale che l'asse che li unisce risultasse perpendicolare al lato da lui privilegiato, quello della facciata, e, avendo tolto la vasca centrale, avrebbe dovuto togliere anche le aiuole che si rapportano all'allineamento dei due obelischi e che contrastano con i filari in pietra paralleli alla facciata.
         2 - Probabilmente lo stesso ideatore della nuova Piazza Santa Maria Novella ha realizzato la pavimentazione di Via Martelli. Le pavimentazioni in pietra della nostra città sono di due tipi: opera incerta oppure a spina. Da oggi c'è un nuovo tipo, quello delle lastre disposte secondo filari perpendicolari ai lati della strada. La via che unisce il Battistero al Palazzo Medici potrebbe essere il lungomare di Cesenatico. Non era meglio il neutro asfalto, piuttosto di una pavimentazione "originale"?
        3 - Umberto Baldini mi aveva a suo tempo fatto notare che i marciapiedi di Firenze non sono "trottoirs" parigini, ma semplicemente (testualmente) "il piede della casa", in corrispondenza alla gronda sporgente del tetto, necessari a proteggere la facciata dagli schizzi provenienti dalla carreggiata che generalmente era in terriccio e quasi mai in pietra. Perciò meglio l’asfalto sulla carreggiata, piuttosto che improbabili salotti o promenades, se non si vuole il tradizionale lastrico.
         4 - Nessuno ha visto i due rami della "forca di Campo Corbolini" (Via Zannetti e Via dei Conti) trattati in due modi diversissimi? Se uno è giusto l'altro è sbagliato.
         5 - In Via dei Tornabuoni si sta procedendo alla nuova pavimentazione. Speriamo bene, ma le premesse non sono incoraggianti. I marciapiedi di pietra nella nostra città non hanno, generalmente, il bordo in pietra. Questo lo si trova soprattutto nei marciapiedi pavimentati in asfalto. Il marciapiede di pietra a Firenze, nella quasi totalità dei casi, è senza bordo: di solito si hanno lunghe lastre perpendicolari alla facciata, senza quel bordo che sembra la balza dei pantaloni. Bene, sotto Palazzo Strozzi si è fatta la balza, ovvero orlo, al marciapiede, quando si vede ancora il marciapiede originale, quello nel tratto fra via Strozzi e Piazza Antinori e quello sotto il Palazzo sul lato della via Strozzi, che peraltro temo debba essere ridisegnato anch'esso, speriamo non come quel marciapiedi a chitarra sul fronteggiante Palazzo Tornabuoni. 
         6 - Il cordolo sul Ponte a Santa Trinita meglio sarebbe stato se in plastica gialla, piuttosto che uno scalino in pietra "lavorata" che si sovrappone al selciato a spina, tagliandolo a un terzo/due terzi. Se si vogliono creare due distinte carreggiate sul ponte si dovrebbe, per assurdo, rifare ex novo la pavimentazione, così come si dovevano, per assurdo, riallineare i due obelischi nella Piazza di Santa Maria Novella.
         7 - Ci si vanta giustamente di quanto fatto per la Tribuna degli Uffizi, ma a Firenze non si rispettano i caratteri identitari della città; e non mi riferisco solo a quelli delle delle nostre strade: del resto cosa si può dire di più quando si vede la Loggia del Bigallo ridotta ad un "infopoint" con due impiegate che voltano le spalle alla Madonna e che fronteggiano una porta scorrevole a vetri, e quell'asimmetrico drappo stinto, alla sinistra del portone di Palazzo Vecchio, dietro le spalle del David e sotto l'insegna di San Bernardino (Rex Regum et Dominus Dominantium), a indicare il museo con una scritta in verticale?
         8 - Invece di protestare la Soprintendente del Maggio Musicale, com’è stato fatto, sarebbe piuttosto il caso di protestare la Soprintendente ai beni architettonici che ha ammesso di non aver saputo leggere il progetto dei "dehors" di Piazza della Repubblica, che ha consentito quelli di Piazza San Giovanni e che ha dato delle confuse spiegazioni riguardo alla sua approvazione del famigerato cordolo. Le Soprintendenze dovrebbero prendere i necessari contatti con gli uffici tecnici comunali, entrando nel merito dei problemi, e non limitarsi a mettere timbri di approvazione o diniego. D’altra parte gli uffici comunali dovrebbero con modestia sollecitare valutazioni e suggerimenti preventivi, e non solo alle Soprintendenze, quando si tratta di intervenire sul delicato tessuto storico.
         La nostra città non è fatta soltanto di grandi opere, ma anche dei dettagli che ne sono la cornice.